martedì 10 febbraio 2009

L'Australia brucia: l'incubo diventa realta'.

Cosa sia successo sabato scorso, definito black Saturday ovvero Sabato nero nello stato del Victoria lo abbiamo saputo dai telegiornali: uno dei roghi piu' spaventosi della storia australiana e' scoppiato e continua ad estendersi grazie alla complicita' di fortissimi venti e temperature paurosamente alte causando una tragedia che sta scuotendo tutto il paese. Il numero dei morti ha gia' superato 180 e si teme che sotto le macerie ve ne siano ancora parecchi. Tutto il paese si e' mobilitato, pompieri di tutti gli stati inclusa la Nuova Zelanda stanno tentando disperatamente di domare gli incendi prima che arrivino ad altri luoghi abitati.
Cosa sia successo esattamente rimane ancora da stabilirsi. Si ipotizza persino il dolo.
Cio' che mi colpisce e' che nonostante il popolo australiano viva con l'incubo costante delle conseguenze catastrofiche del fuoco, nemico per eccellenza da temere e rispettare, e pur essendo preparato al pericolo di incendi in vari modi come ad esempio questi grandi segnalatori di pericolo di incendi, (questo l'ho fotografato a Kalamunda, un zona molto bella sul Darling Range ovvero la catena montuosa ad est di Perth)...,


non sia stato possibile evitare cio' che e' accaduto. Un duro colpo per tutti, ed ecco che la macchina della solidarieta' si e' gia' messa in moto, non solo sotto forma di aiuto immediato ma anche raccogliendo in poco piu' di 48 ore oltre 30 milioni di dollari donati dalla gente comune per aiutare coloro che hanno perso tutto a ricominciare.
Credo che la cosa che colpisce di piu' gli abitanti di tutto il paese e' la consapevolezza di non essere "al sicuro", che cio' che e' accaduto nel Victoria potrebbe succedere in qualsiasi altra zona dell'Australia, terra spesso arida, fragile e vulnerabile quando si tratta di fuoco, il tallone d'Achille di un'isola felice che purtroppo nel giro di poche ore si e' trasformata in inferno per migliaia di persone.


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